L’Architettura sotto il Lockdown ha raccontato un evento storico che ha interagito e modificato, seppur temporaneamente, l’Architettura e le sue funzioni.
L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha portato le città di tutto il mondo ad un rapido, se pur breve nel tempo, svuotamento chiamato Lockdown.
Da lunedì 9 marzo 2020, per circa 70 giorni, l’Italia entrò nel primo Lockdown a causa di un’emergenza sanitaria mondiale, nessuno potè più uscire di casa se non per comprovata necessità… le città apparirono di colpo deserte.
La prima volta
È stato proprio in quei giorni che, come Fotoreporter, mi sono trovato a girare per una Roma deserta, quasi spettrale, a raccontare con le immagini qualcosa che mai nessuno avrebbe mai immaginato.
Non ho potuto fare a meno di notare quanto, in una città vuota, risaltasse ancor di più il rapporto tra Architettura ed essere umano.
Quel rapporto che tante volte mi sono ritrovato a studiare all’università; le proporzioni umane che, confrontate con un’architettura vicina, ci danno l’idea della dimensione.
Poi, tutto ad un tratto, arriva una pandemia che ci costringe a restare in casa per fare in modo che quel maledetto virus non dilaghi.
Mi sono trovato al centro di strade e piazze che raccontavano la loro “carenza di vita”: anche l’Architettura era in Lockdown!
Piazza San Pietro senza pellegrini, Fontana di Trevi avvolta in un silenzio che quasi metteva i brividi, il Colosseo senza nemmeno un turista a scattare una foto.
Un palcoscenico senza attori ma con la scenografia perfettamente allestita e con le luci accese, tutto pronto per la prima.
Non potevo esimermi dal raccontare questi spazi, progettati da illustri architetti, attraverso le immagini di un Fotografo/Architetto.
Immagini che, nel loro piccolo, racconteranno la storia di un segmento di questo secolo: storia di Architetture sotto il Lockdown, storia di luoghi NON VISSUTI!







La scelta del Fotografo
Come Fotografo di Architettura conosco bene le difficoltà che ci sono nel fotografare un edificio nel centro di una città, nell’attesa del momento giusto. Quando, dopo aver sistemato treppiedi e fotocamera, e composto l’inquadratura, attendi la luce giusta o che ci siano meno passanti o, ancora, che una persona si trovi nel punto esatto in cui la vorresti. Questa volta invece è stato tutto molto diverso, questa volta attraverso l’obbiettivo doveva passare un frammento di memoria.
Quindi, con questo spirito, ho iniziato il mio viaggio attraverso luoghi di Roma che mai avrei visto così. Ho scelto di non dare priorità alla luce migliore ma agli orari in cui normalmente una gran folla avrebbe frequentato quegli spazi.






Queste immagini, insieme a tante altre di colleghi di tutto il mondo, sono preziosi documenti storici. Raccontano un momento eccezionale che ha segnato l’umanità intera e che ha avuto un impatto profondo sul modo in cui viviamo e percepiamo gli spazi che ci circondano.
L’Architettura sotto il Lockdown ci ha offerto un’opportunità unica per riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente costruito e sul ruolo che esso svolge nella nostra vita. E queste immagini vogliono spingerci a riconsiderare il valore degli spazi pubblici e il loro potere di connetterci gli uni agli altri.